lunedì 19 luglio 2021

Promotion of the European Values in Albania

 Sono Lorenzo, ho 28 anni, sono laureato in Relazioni Internazionali all’Università di Cagliari.

Alcuni mesi fa durante una fase di stallo nella scrittura della mia tesi magistrale, decisi di voler intraprendere una nuova esperienza al termine del mio percorso universitario. Avevo bisogno di una nuova sfida e di mettermi in gioco, abbandonare i libri e rimboccarmi le maniche, mettendo a disposizione le mie capacità a servizio degli altri. Decisi quindi di presentare la domanda per il Corpo Europeo di Solidarietà. Un’occasione unica per contribuire attraverso il volontariato al benessere della società. Era gennaio quando sono stato selezionato per realizzare il progetto “Promotion of the European Values in Albania”. Nel frattempo, è scoppiata la pandemia ma fortunatamente sono riuscito a finire la tesi ed a laurearmi.

Ricordo bene che i giorni prima della partenza ero fortemente motivato ad affrontare la nuova avventura. Un nuovo inizio, un nuovo passo verso il mondo. Il giorno del volo mi sono venute in mente tante domande e perplessità. Sto facendo la scelta giusta? E se non mi sentissi bene nel nuovo paese? E il COVID-19? Ero ansioso e insicuro, ma era troppo tardi! Poi è arrivato il mio primo giorno di lavoro, non so spiegare come, ma l'ansia è svanita subito ed sono stato pronto per il viaggio.

Da quel giorno sono successe tante cose e tante cose ho imparato. Fin dalle prime settimane ho avuto l'impressione che mi sarei trovato molto bene. Certo, questa prima impressione ha avuto bisogno di tempo per essere confermata ma ora posso dirvi che vivere in Albania non è poi così diverso dal vivere in Sardegna, abbiamo valori comuni e usi culturali simili. Durante questi mesi ho avuto l'opportunità, per la prima volta in tanti anni, di fare un nuovo tipo di “avventure” ed esperienze.  Sicuramente, ho ricevuto più di quanto ho dato. Il mio contributo è stata una goccia del mare ma sono orgoglioso di averne aggiunta una in più.

Vorrei quindi cogliere l’occasione per ringraziare Beyond Barriers Association, che ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso di crescita. I miei ringraziamenti vanno a loro, e all’Associazione Studenti per la Città, i primi che hanno creduto in me e che mi hanno dato l’opportunità di partecipare a questo programma e al mio compagno di viaggio Simone.

Lorenzo :) 

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Mi chiamo Simone, ho 27 anni e ho partecipato al progetto europeo

’Promotion of European Values in Albania’’ con l’associazione sarda Studenti per la città e l’associazione albanese Beyond Barriers.

Prima che arrivasse il Covid-19 in tutto il mondo ero davvero elettrizzato dall’idea di poter prendere parte a questo progetto, perché sapevo che sarebbe stato un periodo della mia vita in cui avrei imparato tanto a livello lavorativo da una delle organizzazioni più importanti dei Balcani (Beyond Barriers), avendo inoltre l’opportunità di promuovere i valori europei nei quali mi rispecchio al 100%. Con l’aggravamento della crisi sanitaria ho temuto di non poter partire e il mio entusiasmo è scemato a causa del timore che il progetto potesse venire cancellato.

Per fortuna io e il mio collega Lorenzo siamo riusciti a partire a Settembre 2020 e a svolgere 8 mesi di volontariato a Tirana. In Albania la situazione Covid-19 era davvero pesante durante i primi mesi ma questo non mi ha fermato e alla prima occasione utile son voluto partire, questo per via della forte determinazione che non mi ha fermato.


La mia esperienza in Albania è stata molto positiva, anche se eravamo in piena pandemia globale siamo riusciti a fare varie attività in presenza di promozione dei valori europei e dei principali programmi quali Erasmus+ e il Corpo Europeo di Solidarietà. Inoltre io e Lorenzo abbiamo avuto l’opportunità di fare il “coach” per supportare diverse organizzazioni/municipalità Albanesi intenzionate a ottenere il cosiddetto Quality Label del Corpo Europeo di Solidarietà (una sorta di  accreditamento che consente alle organizzazioni di presentare progetti, o aderire in qualità di soggetto partner, e reclutare i giovani iscritti al Corpo europeo).

Sono molto felice del fatto che l’organizzazione di Lushnje, grazie al mio supporto costante e al mio coaching, abbia ricevuto questo certificato e che in futuro possa scrivere progetti del programma European Solidarity Corps.

Infine voglio ringraziare entrambe le associazioni per avermi dato la possibilità di svolgere il mio volontariato all’estero, soprattutto in tempi di pandemia e di incertezza, e il mio collega Lorenzo con cui ho lavorato fianco a fianco per 8 mesi.

Simone

mercoledì 3 marzo 2021

Il Corpo Europeo di Solidarietà raccontato dai nostri volontari Simone e Lorenzo

Scopriamo il programma “European Solidarity Corps” che cos’è e perché lo consiglieresti?

SIMONE: L’European Solidarity Corps è un programma finanziato dalla Commissione Europea, con il quale un giovane tra i 18-30 anni può partecipare a progetti che vanno a beneficio delle comunità, sia all'estero che nel proprio paese. Io consiglio vivamente a tutti i giovani di prendere parte questo tipo di progetti perché si ha la possibilità di entrare in contatto con nuove culture, imparare nuove lingue e crescere sia a livello personale sia a livello lavorativo. LORENZO: Consiglio certamente di partecipare a questo programma in quando è un’ottima occasione per poter crescere dal punto di vista personale e professionale oltre che per fare un’esperienza di lunga durata all’estero, in una nuova comunità con cultura e tradizioni differenti da quella d’origine.

Promotion of European Values in Albania” è il progetto al quale stai prendendo parte. Di cosa si tratta? Cosa ti ha spinto a partire?

LORENZO: Il progetto “Promotion of European Values in Albania” consiste nel promuovere, come si può evincere dal titolo, i valori europei in Albania attraverso le azioni di volontariato con i giovani delle scuole di Tirana. Personalmente ho deciso di intraprendere questa avventura perché avevo il desiderio di mettermi alla prova in un nuovo ambiente lavorativo e acquisire nuove conoscenze nell’ambito dell’educazione non-formale. SIMONE: Il progetto ‘è nato perché si è reso necessario incrementare le attività di sensibilizzazione, affinché la popolazione albanese capisse l’importanza dell’entrata nell’Unione Europea e l’importanza della partecipazione attiva a mobilità internazionali quali Erasmus+ ed European Solidarity Corps. Questo è stato uno dei motivi per cui decisi di intraprendere questo percorso di volontariato, proprio perché sono fermamente convinto nei valori Europei e nell’importanza delle mobilità che offre l’Unione Europea.

Come si svolge la giornata tipo di un volontario?

SIMONE: A causa della situazione Covid le giornate le passiamo maggiormente in ufficio, aiutando lo staff di Beyond Barriers (ente di accoglienza) nelle attività quotidiane, gestendo la parte social e il sito web dell’associazione, svolgendo workshops online tramite la piattaforma Zoom. Abbiamo avuto anche la possibilità di andare in alcune scuole per promuovere l’interculturalità, i programmi Erasmus+/European Solidarity Corps e i valori europei ma, in condizioni di normalità, avremmo dovuto svolgere quasi ogni giorno questa tipologia di attività. LORENZO: La mia giornata tipo consiste nell’assistere nelle attività quotidiane lo staff di Beyond Barriers per la realizzazione dei progetti locali. In particolare ho modo di aggiornare costantemente la pagine social dell’associazione, partecipare a workshop vertenti su differenti tematiche, conferenze e meeting on-line per la promozione del programma Erasmus+ ed European Solidarity Corps.  Ho anche la possibilità di preparare e tenere presentazioni su tematiche quali impegno civile, apprendimento interculturale promozione della cittadinanza europea, della partecipazione attiva e dei valori della democrazia.


Pensi questa esperienza possa influire in maniera positiva sulla tua carriera lavorativa?

LORENZO: Credo che questa esperienza possa avere dei risvolti positivi nella mia carriera, ho acquisito una serie di competenze specifiche e trasversali che possono sicuramente essere d’aiuto sia ambito lavorativo che personale. SIMONE: Credo fortemente che questa esperienza possa aiutarmi nel proseguo della mia carriera lavorativa nel campo dello ‘’Youth work’’, questo perché durante il mio progetto sto imparando tanto e mi sto mettendo in gioco per apprendere il più possibile.

Perché consiglieresti a un tuo coetaneo di fare un’esperienza simile?

SIMONE: Sono fermamente convinto che ogni giovane sardo debba prendere parte a un’esperienza simile, questo perché è una grossa opportunità per la crescita sia a livello personale che lavorativo, per entrare in contatto con una cultura diversa, imparare una nuova lingua e migliorare l’inglese. Il progetto copre alcune spese quali l’affitto della casa i costi annessi; noi come volontari riceviamo un rimborso spese mensile per le spese personali e un preciso ammontare per il cibo. LORENZO: Consiglierei ai giovani di intraprendere un’esperienza di volontariato, non solo all’estero ma anche a livello locale, in quanto è un ottimo modo per contribuire al benessere della società.

Essere un volontario in epoca covid. Cosa comporta questo? Ci sono rinunce o sacrifici per il volontario e/o l’ente ospitante?


LORENZO:
Sicuramente la pandemia ha cambiato lo stile di vita di tutti noi. Dal punto di vista del volontario devo dire che probabilmente questa situazione abbia influito negativamente nelle modalità di svolgimento delle attività ma in generale credo che non mi abbia portato a fare grandi rinunce se non nei limiti del distanziamento sociale. SIMONE: Essere volontario in epoca covid ha comportato, prima di tutto, lo slittamento del progetto. Infatti, il progetto sarebbe dovuto iniziare nel marzo 2020 ma, a causa della situazione covid, è slittato per diversi mesi. Inoltre, ha comportato la quasi totale assenza di attività ‘’face to face’’ e lo spostamento di molte attività attraverso piattaforme virtuali su Zoom.

Come ti immagini tra qualche mese una volta che questa esperienza terminerà?

SIMONE: Dopo la fine del progetto spero di poter collaborare con una NGO in Italia o all’estero, così da poter continuare questo percorso lavorativo intrapreso da diversi anni. LORENZO: Ancora non so bene cosa mi riserverà il futuro ma spero di mettere in pratica tutto ciò che ho imparato da questa esperienza. 

domenica 18 ottobre 2020

Narrazione digitale, progettare identità e relazioni con il territorio: il progetto “Tell us your story and amplify your voice!”

 
Narrazione digitale, progettare identità e relazioni con il territorio: è questo il filo conduttore, la trama del progetto “Tell us your story and amplify your voice!” ospitato in Sardegna dal 10 al 17 agosto 2020.

Gli ingredienti per la costruzione di una storia ci sono tutti: il valore e l’importanza della mobilità internazionale per il nostro territorio, un approccio partecipato e dinamico tipico dell’educazione non formale, un “pool” di facilitatori ed operatori giovanili altamente qualificati e 40 giovani fortemente motivati pronti a scoprire e approfondire storia, tradizioni e usi della nostra regione.

Obiettivo principale del progetto: comprendere il significato dello stroytelling digitale, apprenderne la tecnica metodologica e di approccio, sviluppare nuove competenze legate alla tecnica del racconto. Le azioni previste per il raggiungimento dell’obiettivo hanno seguito gli schemi tradizionali dell’educazione non formale
, quindi la creazione del gruppo attraverso la rottura del ghiaccio, il rafforzamento dello spirito di squadra e delle dinamiche collaborative attraverso le attività di “team building” e valutazioni giornaliere, sia individuali che di gruppo, per riflettere sull’andamento del progetto nel complesso e sul percorso di apprendimento personale. Laboratori con esperti e attività “frontali” hanno completato il programma formativo.

L’agenda delle attività ha, inoltre, previsto escursioni sul territorio e incontri con le comunità locali in occasione dei quali i partecipanti, una volta apprese le tecniche base, hanno iniziato a raccogliere il materiale per lo sviluppo delle storie finali.

La carovana itinerante degli storytellers digitali è stata ospitata nei territori di:

·       Mandas, antico Ducato spagnolo della Sardegna;

·       Quartu Sant’Elena, nell’oasi naturale di Molentargius abitata dai fenicotteri rosa;

·       Nurri, che negli ultimi anni ha visto un importante sviluppo turistico legato agli sport acquatici;

·       Sulcis Iglesiente, dapprima con una visita al Villaggio Minerario Monteponi e, successivamente, all’antica Tonnara Su Pranu in Portoscuso;

·       Mercato di San Benedetto, alla scoperta delle peculiarità della cucina cagliaritana.

Quale risultato finale i gruppi di lavoro hanno sviluppato quattro video animati, contenenti altrettante storie: due sull’importanza delle attività di mobilità internazionale per i giovani provenienti da aree rurali, uno sul valore delle otto competenze chiave contenute nel Certificato Youth Pass e l’ultimo sul Programma Erasmus Plus. Un gruppo di lavoro si è cimentato nella realizzazione di un fumetto.

Tutti i risultati sono visualizzabili sulla nostra pagina Facebook e sul canale Youtube.

“Tell us your story and amplify your voice!” è un progetto realizzato dall’Associazione Studenti per la Città nell’ambito del programma di mobilità europea Erasmus Plus. Ha coinvolto 40 giovani di età compresa tra i 18 e i 30 in rappresentanza dei seguenti paesi: Italia, Repubblica Ceca, Grecia, Lettonia, Polonia, Portogallo e Slovacchia.


mercoledì 26 agosto 2020

La mobilità giovanile ai tempi del covid: un racconto

 

Cagliari, Luglio 2020. In un contesto di incertezza e confusione globale, la mobilità internazionale, dopo un lungo e necessario stop, si è tutt’altro che fermata, anzi, la sua scintilla si è riaccesa nel territorio Sardo.

Dal 21 al 27 Luglio si è tenuto il corso di formazione “Fairbook: Creating a network of youth workers promoting media literacy among youngsters” a Cagliari, presso l’Hostel Marina, finanziato dalla Regione Sardegna e implementato dall’ Associazione Studenti Per La Città. Il corso ha coinvolto 20 ragazzi provenienti da Italia, Portogallo, Slovacchia, Polonia, Spagna, Croazia ed Estonia con l’obiettivo di aumentare le competenze relative ai media, l’alfabetizzazione nel lavoro giovanile attraverso la formazione dei giovani lavoratori sui temi delle notizie false, dei post verità, della gestione delle identità virtuali e del concetto di entropia.

Contemporaneamente si è svolto il progetto “Fairmedia: Building the Space for Campaigns and Projects on Media Literacy”, un Contact Making Event con lo scopo di programmare e creare collaborazioni in campo internazionale tra le varie associazioni partecipanti, le quali hanno avuto l’opportunità di poter lavorare insieme ai ragazzi di Fairbook, garantendo maggiori input ed output fondamentali per una riuscita progettuale di successo.



In un clima di internazionalità e condivisione, tra i suggestivi panorami di Masua e Portoscuso, le ridondanti vie del centro di Cagliari e l’ospitale e calda atmosfera del Poetto, sono stati sviluppati i contenuti e gli obiettivi del progetto. I paesi coinvolti hanno presentato un quadro nazionale relativo all’alfabetizzazione digitale, riscontrando limiti, punti di forza e di debolezza nazionali; son state poi elaborate e proposte delle buone pratiche in merito alla digitalizzazione, all’informazione che deriva da questa e al riconoscimento e accertamento delle news/fake news. Diversi i punti di divergenza tra le varie realtà nazionali, è stato curioso analizzarli e riconoscere le cause e conseguenze, spesso dettate da fattori sociologici, geografici e culturali.

Durante la settimana è ripreso anche il ciclo di incontri di “Connessioni”, una manifestazione per la promozione in Sardegna del volontariato internazionale, della mobilità culturale, dello scambio di buone pratiche e dell’ideazione di nuovi progetti, organizzata dal CASMI (Comitato Associazioni Sarde per la Mobilità Internazionale); la conferenza si è tenuta nel cortile dell’Hostel Marina e ha coinvolto personalità locali e i partecipanti dei progetti.



Inoltre, è stato dato spazio alle associazioni partecipanti per presentarsi e pubblicizzarsi, col fine di creare nuove ipotetiche partnership in ottica europea, in una serata dedita al cosmopolitismo e alla condivisione, conclusasi con una strepitosa notte interculturale nella quale ogni paese ha presentato tradizioni, usi e costumi tipici.

Il corso si è concluso con la presentazione dei workshop svolti nell’arco della settimana, una valutazione generica finale e, ultimo ma non ultimo, la consegna dei certificati di partecipazione, volti a gratificare e premiare i ragazzi che si sono impegnati per portare avanti le attività.

Uno spiraglio di ripresa, di freschezza e rinascita. Che sia questo solo l’inizio?

 

lunedì 3 agosto 2020

Fairmedia: Building the Space for Campaigns and Projects on Media Literacy

 

A Cagliari, Italia, dal 22 al 27 Luglio 2020, ha avuto luogo il Contact Making Event intitolato “Fairmedia: Building for Campaigns and Projects on Media Literacy”, ospitato e organizzato dalla nostra Associazione: Studenti per la Città. Finalmente, dopo mesi di lockdown, si è respirata aria di mobilità, internazionalità e, perché no, di Europa. Infatti, alle attività hanno partecipato 21 youth workers provenienti da 8 diversi paesi Europei (Germania, Grecia, Slovacchia, Croazia, Spagna, Portogallo, Lituania e Polonia). L’obbiettivo principale del progetto è stato quello di aumentare le competenze in materia di media literacy all’interno del mondo giovanile mediante la formazione degli operatori giovanili su temi quali le fake news, post truth, gestione delle identità virtuali e concetto di entropia. Inoltre, trattandosi di un Contact Making Event, lo scopo era anche quello di riunire diverse associazioni affinché si ponessero le basi per future e proficue collaborazioni.

Mentre il primo giorno è stato scandito dagli arrivi dei vari partecipanti e da un breve chiacchierata conoscitiva e introduttiva, il secondo giorno si è svolto tra le incantevoli panoramiche di Nebida e l’affascinante storia della Tonnara di Portoscuso, attraverso le quali si è cercato di dare ai partecipanti un’immagine riassuntiva di quello che è la nostra isola, ovvero paesaggi mozzafiato e una complessa tanto quanto ancestrale tradizione. Prima di partire per l’escursione però i partecipanti hanno preso attivamente parte al primo di una serie di incontri internazionali intitolati “Connessioni Europee”, realizzati in Sardegna sui temi della cittadinanza attiva, dell’imprenditoria, dell’educazione all’uso consapevole dei nuovi mezzi di comunicazione, della costruzione di resti, della promozione delle tradizioni locali.

Le attività sono iniziate ufficialmente il terzo giorno sullo sfondo del mare del Poetto. I partecipanti, insieme a quelli del contemporaneo progetto intitolato “Fairbook: Creating a network of youth workers promoting media literacy amog youngster”, sono stati divisi per paese e hanno realizzato una serie di cartelloni in cui illustravano con grafici e immagini quali fossero i canali comunicativi preferenziali per comunicare o recepire informazioni. Terminato il lavoro creativo, ogni gruppo, lavorando in coppia con un altro, ha fatto una breve presentazione della situazione illustrata nel cartellone, in modo che avesse luogo un confronto tra paesi e modi di vivere differenti.


Una volta tornati in ostello sazi e idratati, durante le ore pomeridiane un esperto in materia di comunicazione ha tenuto una conferenza interattiva con entrambi i gruppi di partecipanti dei due progetti. Anche in questo caso c’è stato un confronto sul tema del reperimento delle notizie e su come si possa accertare la loro veridicità. Il grande numero di domande e la vasta partecipazione alla discussione hanno dimostrato che i giovani sono fortemente interessati al tema della circolazione di notizie e del giornalismo. La giornata si è chiusa deliziosamente con la Serata Interculturale, in cui i diversi paesi hanno raccontato la loro realtà accompagnandola con prodotti culinari e bevande tradizionali.

Il quarto giorno è stato dedicato alle strategie e alle metodologie per raggiungere una progettazione efficace. Sempre a gruppi misti, i partecipanti si sono focalizzati sulle varie fasi del processo della progettazione, mostrate simbolicamente nel cosiddetto “Albero della progettazione”. Nella seconda parte della mattinata, dopo un breve coffee break, il presidente dell’Associazione TDM 2000 International, network di cui Studenti per la Città è partner, nonché formatrice sul tema progettazione, Angelica Perra, ha mostrato i vantaggi e le risorse insite dentro la Quality App, finalizzata alla costruzione di progetti vincenti.

Durante il pomeriggio ogni associazione attraverso i suoi rappresentanti ha presentato se stessa, i suoi ambiti operativi e le intenzioni future. Questo momento in particolare è stata l’occasione per conoscersi a livello associativo e porre le prime pietre per successive collaborazioni e partnership.


L’ultima giornata utile è stata dedicata alla stesura concreta di probabili progetti su vari temi quali lo sport, la salute mentale, l’imprenditoria etc. in cui ogni partecipante ha dato il suo contributo per realizzare una bozza completa e, si auspica, realizzabile in un futuro non molto lontano. Di questi quattro progetti verranno realizzate le rispettive infografiche. A seguire chiaramente ci sono state la Valutazione Finale e la Cerimonia di chiusura in cui, tra le altre cose, sono stati consegnati gli Youth Pass e in cui la tristezza per i saluti è stata presto sostituita dalla gioiosa speranza di rivedersi presto.

martedì 21 aprile 2020

In Polonia per raccontare i giochi della tradizione sarda

 
Dal 10 al 18 Gennaio 2020, nella municipalità di Olsztyn (Polonia), si è svolto lo scambio giovanile “Games Factory”, ospitato dall’ associazione “Helping Hands”. Tale progetto ha visto coinvolti 30 ragazzi, provenienti da Polonia, Lituania, Estonia, Romania e Italia, rappresentata attraverso “Associazione Studenti per la città” dai ragazzi del “Liceo Classico Siotto”: Elena, Eleonora, Martina, Noemi ed Edoardo, accompagnati da Alberto. 
Gli obiettivi dello scambio sono stati quelli di rompere le barriere culturali e linguistiche, conoscere la cultura degli altri paesi e, attraverso la rievocazione e condivisione di giochi tipici nazionali, creare e presentare delle nuove formule ludiche ai bambini delle scuole di Olsztyn.

Nei primi giorni, attraverso l'educazione non formale, attività di     team building e ice breaking games, il gruppo ha familiarizzato al fine di lavorare maggiormente in armonia. 

A seguire, ogni nazione ha presentato agli altri partecipanti i propri giochi di infanzia tipici, fattore che ha fornito a tutti l’opportunità di imparare elementi culturali caratteristici e confrontare le proprie tradizioni. 
Tra city tour, pattinate sul ghiaccio e la scoperta di un nuovo mondo nella fredda ma calorosissima cittadina, patria del Castello di Copernico, inondata da un grandissimo clima natalizio, i ragazzi, con la propria creatività e fantasia, hanno elaborato e ultimato i nuovi giochi da presentare ai bambini nelle scuole.

L’esito del progetto è stato a dir poco soddisfacente: sono stati creati e presentati 4 giochi, da effettuare senza l’utilizzo di apparecchi elettronici, volti allo sviluppo delle capacità trasversali dei giocatori, i quali hanno particolarmente apprezzato le attività.
Al termine del progetto sono stati rilasciati i certificati  “Youth Pass” ai partecipanti che, in questa settimana di condivisione, scoperta, apprendimento e divertimento, hanno sviluppato diverse competenze trasversali (soft skills), eternamente utili allo sviluppo e crescita personale. 
Al termine di questa magnifica esperienza, quando il gruppo è diventato una grande famiglia, quando non si è pronti a tornare a casa, quando non si vuole smettere di condividere, è facilmente osservabile quanto il potenziale degli Erasmus+ sia forte e concreto per quanto concerne crescita, apprendimento, divertimento, inclusione e abbattimento delle barriere socio-culturali. 

*Life begins at the end of your comfort zone.

lunedì 24 febbraio 2020

Ambasciatori dell'Isola


Diario di bordo dell’European Winter Week


Si  è  da  poco  conclusa  un’altra  edizione  dell’European  Winter Week,   un   progetto   di   scambio   giovanile   del   programma ERASMUS + Youth Exchange dell’Unione Europea, il quale ha permesso a 6 ragazzi e ragazze sardi volontari dell’ Associazione  Studenti  per  la  città di  poter  partecipare  ai lavori   del   progetto   internazionale   durante   i   10   giorni   di permanenza  nella  città  di  Velika  Plana,  in  Serbia,  vicino  la capitale Belgrado.
Gli scambi giovanili (o Youth Exchange in inglese) permettono a gruppi  di  giovani  provenienti  da  diversi  paesi  di  incontrarsi, vivere insieme e lavorare su progetti condivisi per brevi periodi. Questi  scambi  hanno  luogo  al  di  fuori  dell’ambiente  scolastico durante il   quale   si   partecipa   ad   attività   come   workshop, esercitazioni,  discussioni,  giochi  di  ruolo,  attività  all’aperto, escursioni  e  molto  altro  ancora. 

La  necessità  di  progetti  come questo   deriva   proprio   dall’idea   di   abbattere   stereotipi   e pregiudizi che, combinati con la paura dell'ignoto e la mancanza di  informazioni,  strumenti  o  abilità  per  superarlo,  portano  alla chiusura  verso  l’alterità.  Dietro  la  prima  impressione,  acquisita principalmente   dalla   percezione   audiovisiva   (come   aspetto fisico,   abbigliamento,   danza,   musica,   ecc.)   ci   sono   molte caratteristiche che possono essere raggiunte solo dopo un po' di tempo  trascorso  come  membro  della  società  di  una  nazione grazie alla sua comprensione più profonda, come ad esempio le norme sociali, credenze, costumi, etica, valori, spazio personale e contatto fisico, modi di comunicazione e linguaggio del corpo, modo di comprendere la storia e l'identità nazionale ed altri.

«Lo  scopo  di  questo  scambio  è  stato  quello  di  sviluppare atteggiamenti positivi nei confronti della diversità ed anche della nostra cultura natia, italiana e sarda, che abbiamo avuto l’onore di presentare durante la giornata dedicata al nostro gruppo, in un clima  disteso  dove  il  desiderio  di  conoscere  e  comprendere l'importanza  e  la  bellezza  della  diversità  culturale  si  è  fatto primo  pilastro  dell’European  Winter  Week»  ha  detto  Simone Cuccu  (25  anni),  volontario  dell’associazione  Studenti  per  la città.

«La  cosa  che  più  affascina  è  sempre  quella  di  vedere  quante persone  del  posto  si  presentano  curiose  per  conoscere  gli  altri paesi  dell’Europa  e  i  loro  cittadini  in  visita  nel  mio  paese»  ha affermato Dusan Nikolic (25 anni) dell’organizzazione ospitante Odred izvidjaca 10. Oktobar? (Serbia).

«Anche  il  clima  è  un'esperienza  davvero  diversa  ma  tutto contribuisce  e  ha  contribuito  a  rendere  le  sensazioni  e  le emozioni  migliori.  A  nome  del  team  spagnolo,  non  vediamo l’ora  di   poter  rivedere   tutti  quanti   nella   nostra  Spagna   o dovunque nel mondo» ha dichiarato David Sánchez Olivares (25 anni), dalle Isole Canarie (Spagna), presidente dell’associazione giovanile Sal Fuera ELX.

Nikita Naumov (24 anni), presidente dell’associazione MTU YST (Estonia), ha detto: «La Serbia è un paese molto diverso rispetto a  ciò  di  cui  siamo  abituati  in  Estonia  ma  tutto  il  nostro  team concorda  sul  fatto  che  sono  le  persone  che  hanno  reso  l'intero progetto un'esperienza piacevole e indimenticabile»

«Le attività di team building sono state davvero ben strutturate. Penso che noi tutti abbiamo fatto un buon lavoro presentando la Lituania ed eravamo molto interessati alle presentazioni di altri. Vorremmo  visitare  la  Sardegna  un  giorno»  ha  commentato scherzosamente Simonas Vasiliauskas (20 anni) dell’associazione V Inceptus (Lituania).

Luca BIGGIO