martedì 3 maggio 2016

A Barcellona per confrontarsi e discutere di integrazione e inclusione sociale



Grazie all’Associazione Studenti Per la Città abbiamo avuto la possibilità di prendere parte allo scambio giovanile “Understand Social Inclusion with European Youth Fusion”, all'interno del Programma Erasmus Plus, trascorrendo una settimana a L’Ametlla del Vallés, Barcellona (18-25 aprile 2016), all’interno di un centro di recupero per persone con problemi di dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti. 

 
Appena arrivati a destinazione siamo stati accolti da un gruppo trasudante entusiasmo e voglia di mettersi in gioco, sentimenti che poi ci hanno accompagnato fino alla fine del progetto. 
                                                     
La struttura che ci ha ospitati per tutta la durata del progetto è immersa nel verde e piuttosto dislocata dal centro urbano, cosa che ci ha permesso di interagire maggiormente con gli altri partecipanti, anche attraverso le varie e numerose attività svolte quotidianamente.
La scansione dei momenti della giornata è stata sistematica e ben organizzata: ogni mattina, dopo la colazione, svolgevamo attività ricreative (energizers) finalizzate a consolidare il gruppo che si andava formando, e a prepararci ad affrontare i temi previsti dalla nostra agenda.

Per quanto riguarda i contenuti di questi ultimi sono stati organizzati in maniera progressiva partendo dall’analisi delle parole-chiave del progetto, quali, per esempio, “integrazione”, “esclusione”, “inclusione”, “identità”, “diversità”, per poi passare attraverso il confronto delle opinioni sui punti critici e gli stereotipi che circondano questi contenuti. Avendo preso familiarità con i temi li abbiamo poi sviluppati gradualmente, concretizzati e implementati mediante attività di vario tipo: un flash-mob, un video documentario sulla povertà, “free-hugs“ (abbracci gratuiti alle persone per strada) e una serie di interviste sui punti analizzati precedentemente.



Queste attività si sono svolte nel centro di Barcellona per testarne l’utilità e l’impatto su un tessuto sociale molto stratificato. Tutto ciò ci ha fatto riflettere e prendere consapevolezza di quanto i metodi di educazione non formale possano creare dei risultati anche in una visione più ampia in termini di progetti sociali.
Durante questa settimana è stata essenziale l’interazione con tutti i partecipanti, toccante la testimonianza di una ex ospite del centro di recupero, e utilissima la panoramica generale riguardo le possibilità di lavoro, volontariato e collaborazione attraverso il network di associazioni per giovani europei.

Davide, Nicola, Gaia, Chiara e Alessia :)