Siamo
arrivati a Istanbul in una calda serata di luglio e subito, lasciato
l’aeroporto, ci siamo tuffati nella sconfinata festa del Ramadan, immergendoci
in una città dai mille volti. Non si può raccontare Istanbul, non basterebbero
le parole. La mattina dopo il volo per Tbilisi e un bus diretto a Dilijan ci
hanno condotto nella pensione che ospitava il nostro training course dedicato
alla risoluzione pacifica dei conflitti internazionali. In tutto hanno preso
parte sedici persone provenienti dalla Turchia, dalla Repubblica Ceca,
dall’Armenia, dalla Georgia. Poi c’eravamo noi, dall’Italia, anzi, dalla
Sardegna come ci piace ribadire.
Io,
Simone, Carlotta ed Emanuele.
Una
bravissima organizzatrice e un ottimo trainer.
Dieci
giorni di full immersion dentro il complesso tema dei conflitti internazionali,
le identità di gruppo, i metodi di risoluzione non violenti. Giochi, role-playing,
decine di lavori di gruppo (perché è proprio nel gruppo che si costruisce la
cooperazione!), lezioni…e poi serate interculturali, documentari, gite, cene,
feste, tantissime feste…
Prima
di partire non avremo mai pensato che si potesse trattare di un’esperienza così
forte, travolgente, rivoluzionaria.
Siamo
venuti a conoscenza di tante guerre aperte, di tanti motivi di attrito di
popoli che abitano vicini, delle conseguenze della guerra nella vita delle
persone…nella tristezza dei loro occhi…ma abbiamo lavorato insieme per
costruire il dialogo e la cooperazione, sulla cui base poggiano i presupposti
per la convivenza pacifica tra i popoli.
E’
stato difficile lasciare quella terra così lontana eppure così materna, che ci
ha accolto, ospitato, si è svelata ai nostri occhi mostrandoci le sue meraviglie,
i suoi paesaggi, i suoi monasteri. E’ stato doloroso lasciare i nuovi amici,
con i quali si è formato un legame che durerà oltre le miglia che ci separano.
Eppure ripartiremo domani, per una nuova scoperta, una nuova avventura.
Valentina
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